lunedì 7 aprile 2008

L'albero vampiro

dal sito di Latinoamerica:

LA CARTA CHE UCCIDE

Gennaro Carotenuto
(04 aprile 2008)


Ottocento donne di Via Campesina, una delle più importanti organizzazioni al mondo di piccoli coltivatori, ha occupato un bosco di eucalipti nell’estremo Sud del Brasile. Lo scopo era abbatterli per sostituirli con piante native compatibili con l’ecosistema. La repressione ordinata da Yeda Crusius, governatrice del Río Grande do Sul, lo stato di Porto Alegre, è stata durissima. Nessuno deve toccare l’albero vampiro.

Almeno 50 militanti sono rimaste ferite dalle manganellate e dalle pallottole di gomma. Tutte le altre sono state rinchiuse in uno stadio. E’ la punta dell’Iceberg di uno dei conflitti coloniali e apparentemente puliti che si combattono in America latina, quello contro la colonizzazione da cellulosa. Se il conflitto per le cartiere tra Uruguay e Argentina ha infatti occupato le prime pagine dei giornali, quello sulla silenziosa occupazione di enormi estensioni di territorio dal Cile all’Uruguay, dall’Argentina al Brasile con alberi di eucalipto, da parte delle più grandi multinazionali della carta, avviene nel silenzio. Eppure tutti gli studi dimostrano la nocività dell’albero che consuma più acqua al mondo, che più ha bisogno di fertilizzanti chimici velenosi, e che intorno a lui per grandi estensioni impedisce qualunque altra coltivazione. E lo sfruttamento del quale, completamente meccanizzato, non crea e anzi distrugge posti di lavoro.
L’azione delle donne di Via Campesina, appoggiata anche dai Sem Terra, non è la prima. Già nel 2006 occuparono un’altra impresa, la Aracruz, per denunciare che per far posto agli eucalipti non solo la veghttp://www.blogger.com/img/gl.link.gifetazione nativa era stata eliminata, ma migliaia di membri di comunità indigene e di piccoli coltivatori erano stati espulsi dalle loro terre. Un’altra impresa, brasiliana solo di facciata e dietro la quale si celano le grandi multinazionali finlandesi e svedesi del settore, come la Stora-Enso, la Azenglever, possiede 45.000 ettari ma vuole presto arrivare ai 100.000.
La produzione di cellulosa è un vero affare, se è vero quello che denunciano i Sem Terra, che solo nel Río Grande do Sul, le multinazionali del settori hanno finanziato il governo statale con 300 milioni di dollari per potere operare.
Il movimento mondiale in difesa dei boschi (www.wrm.org.uy) denuncia che in meno di mezzo secolo il consumo di carta nel mondo è più che raddoppiato. E che è raddoppiato in maniera diseguale se i finlandesi ne consumano 334 kg per anno (seguiti dagli statunitensi con 312) mentre nel Sud del mondo non si arriva ai venti kg. Quasi tutto l’aumento di consumo è dovuto agli imballaggi per le merci globalizzate. Il paradosso è che tutto ciò viene chiamato “riforestazione”, e gode perfino di ottima stampa.


Spero di non ritrovarmi a guardare di traverso caramelle all'eucalipto e finlandesi.

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