Repetita iuvant, e per gli of Montreal è proprio il caso di dirlo. Il gruppo di Barnes e soci arriva, dopo una complessa evoluzione lunga tredici anni, al decimo disco della serie. E che disco! Si spazia dal funky al R’n’B, spingendosi attraverso sonorità nettamente eighties ed ammiccando ai più svariati generi. Certo, non è più tempo per le melodie pacate ed i richiami folk-pop-60s in Liverpool dei primi album, né della drum machine onnipresente o dell’elettronica dei primi anni zero, ma che importa? False Priest è un album che racchiude tutto, che basta a se stesso. Immaginatevi attorniati da una serie di porte che, una volta aperte, rivelano scenari completamente differenti; Ecco, Barnes fa proprio questo: racconta storie, nonsense o meno che siano. Si parte con I Feel Ya’ Strutter, sorriso sulle labbra, batteria incalzante e ritornello che non si scolla più di dosso, passando per falsetti e acidità funky fino ad arrivare al singolo Coquet Coquette, che eccelle nell’arduo compito di apripista del disco. Avanti ancora, è la volta della collaborazione con la bella Janelle Monáe, per Enemy Gene, a mio avviso il pezzo meglio riuscito dei tredici. La sezione ritmica si fa più presente, si affacciano elettronica e giri di basso sempre più marcati, mentre i testi si fanno più carichi di allusioni: ecco Sex Karma, con Solange Knowles (già, proprio la sorella di Beyoncè). Si chiude in bellezza con You Do Mutilate? che suona come fossero ben tre pezzi diversi. Insomma, questa volta la band di Athens ha dato il meglio di sé: certo una sezione ritmica più presente e varia avrebbe garantito ai pezzi maggior groove e carattere, ma non è il caso di lamentarsi troppo.
Dieci dischi e non sentirli? Macché, sentiteli bene.
Dieci dischi e non sentirli? Macché, sentiteli bene.
Guarda il video di Coquet Coquette
(Da http://www.vitaminic.it/2010/09/of-montreal-false-priest-polyvinyl-recordsgoodfellas/ )
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